La strategia ASSOCIATIVA contro la REPUBBLICA
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Copyright © 47/06/06 Danilo D'Antonio - Alcuni diritti concessi
Durante una tirannide, i sudditi, non potendo accedere allo Stato, si associano e dall'esterno cercano, poverelli, come meglio possono, spesso invano e comunque sempre in modo insufficiente alla bisogna, di ottenere quel che necessitano. In democrazia le cose vanno in tutt'altro modo. I cittadini, potendo accedere allo Stato, alle attività della Repubblica, grazie all'assegnazione a tempo determinato di ogni impiego/potere/ruolo pubblico, conducono al suo interno e vi sviluppano al meglio le questioni che hanno a cuore.
In una tirannide i pubblici impieghi (i poteri dello Stato) sono dati a vita, posseduti da una aristocrazia di carrieristi, una casta di burocrati, inaccessibili dai sudditi, i quali sono costretti ad aprire associazioni esterne. In democrazia i pubblici impieghi (a partire dai poteri amministrativi e giudiziari) vengono concessi rigorosamente a tempo determinato per essere condivisi, partecipati. Non c'è necessità alcuna di associarsi perché ognuno può già accedere a quella grande e fondamentale associazione che è la Repubblica.
Quant'è bella la vita quando si ascoltan le parole di gente bella!
Altrettanto è brutta quando si ascoltan le parole di gente brutta.
Oggi il mondo è invaso dalle associazioni proprio per via di brutta gente che in tutti questi decenni di proclamata democrazia non s'è mai degnata di concedersi un attimo alla osservazione, alla riflessione, alla sintesi. Questa sterminata BARRIERA ASSOCIATIVA, vieppiù crescendo, ha allontanato giorno dopo giorno le persone dalla loro Repubblica, dal loro Stato, dai pubblici impieghi e, nonostante esse fossero divenute per Costituzione cittadini, le ha costrette a comportamenti e trafile da esclusi, passivi, sottomessi sudditi.
Non c'è nulla da fare. Una bella vita vien fuori se si è belli. Se si è brutti, della brutta vita che ci viene incontro non si può incolpare altri se non sé stessi. In tanti, badando ad accrescere la propria sfera d'influenza, erigono associazioni centrate su di sé. In tal modo, egoisticamente centrati sui loro interessi, ignorando i bisogni dell'insieme, non solo fanno ombra alla REPUBBLICA, ne ostacolano l'affermazione come luogo di partecipazione, ma rendono impossibili i sogni altrui ché sempre patiranno uno Stato chiuso.
Chi desidera una bella vita ha da cominciare ad essere bello. Deve lasciar perdere ogni associazione, alzarsi in piedi e reclamare incessantemente (sempre pacificamente, legalmente, civilmente) uno Stato democratico: con pubblici impieghi concessi rigorosamente a tempo determinato. Solo attuando il fondamento della democrazia, solo potendo accedere a turno ai tanti impieghi/poteri/ruoli della Res Publica, i cittadini costruiranno una perfetta macchina statale. In una vera democrazia nessun tiranno sbarrerà loro il passo.
L'atto fondante della democrazia, il licenziamento di ogni carrierista pubblico, non fu mai compiuto. Terminata la guerra, furono licenziati i capi burocrati, ma la massa di loro, che occupava lo Stato monarchico/fascista, proprio il cui allontanamento avrebbe generato la democrazia, rimase lì dov'era stata messa da duce e re. Poi ne vennero altri ed altri ancora, di carrieristi pubblici, per via del voto scambiato con un posto di lavoro. E tutt'ora chi è assunto nel pubblico occupa a vita spazi e poteri che sono di tutti.
Solo perché finora non c'è stata bella gente a reclamar indietro la Res Publica.
Solo perché le persone sono state inculcate a fondo fin da piccole.
Addomesticate, assuefatte, ad una tirannide spacciata per democrazia.
Ordunque tornate belli come foste appena nati: non continuate ad infoltir svianti associazioni. La Democrazia ci dona già la migliore delle associazioni: la Repubblica. Siate belli: amatela, capitela, fatevi suoi accesi sostenitori. La Repubblica è un'associazione politica fatta apposta per accogliere ogni cittadino e per realizzare ogni giusto desiderio. La REPUBBLICA (innanzitutto il PUBBLICO IMPIEGO) è il luogo dove ognuno ha diritto di entrare e darsi concretamente da fare per costruire una società come più la desidera.
STATO DEMOCRATICO: APERTO E PARTECIPATO
A R M O N I C A R O T A Z I O N E S O C I A L E
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